"Newpressonline" 2009 |
lunedì 28 dicembre 2015
"TANGENTOPOLI", QUANDO SI MANGIAVA... E ANCHE SI BEVEVA
Coinvolto nello scandalo di "tangentopoli", l'ex ministro della Sanità
ha avuto una condanna definitiva (5 anni) per associazione a delinquere finalizzata al finanziamento illecito ai partiti
e corruzione in relazione a tangenti per circa nove miliardi di lire ottenute
da industriali farmaceutici dal 1989 al 1992, durante il suo ministero. Nell'aprile
2012, dopo alterne vicende giudiziarie
ha ricevuto anche una condanna definitiva per aver causato danno d'immagine
allo Stato, prevedendo che debba risarcire a 5 milioni di euro. Il
9 luglio 2015 gli è stato revocato il vitalizio, insieme ad altri nove ex
deputati e otto ex senatori.
Fece
scalpore lo scandalo della “Coca Cola Light”: (FONTE Atti Parlamentari, Senato
della Repubblica, Doc. IV bis n. 10 pp.11 e 12) """(...) dopo accordi di massima
con De Lorenzo Francesco, parlamentare del PLI e Ministro della Sanità e su
indicazioni specifiche di (...) segretario particolare di De Lorenzo, versava a
quest’ultimo, direttamente o a mezzo di altra società riferibile a Coca Cola
Italia, la somma complessiva di 200.000.000 + IVA (...) il tutto perchè De
Lorenzo compisse atti contrari ai doveri del proprio ufficio e segnatamente a
quello di imparzialità, e consistenti nel dover curare la positiva definizione
delle pratiche di registrazione dietetico “COCA COLA LIGHT” evitando la
segnalazione della nocività di un componente (acesulfame k) a determinate dosi
e per determinate categorie di persone""".
venerdì 18 dicembre 2015
IL MAGICO VERONA DI OSVALDO BAGNOLI
La sorprendente stagione di
Osvaldo Bagnoli comincia già dalle prime giornate del campionato di Serie A 1984/85
e passa alla storia del calcio per il
primo e unico scudetto conquistato dal Verona. Nato a Milano il 3 luglio 1935, Bagnoli è soprannominato
mago della Bovisa e per i suoi meriti premiato con il Seminatore d’oro.
Dal Guerin Sportivo :
”””Trent’anni
da quell’incredibile scudetto. Di quel
Verona ci piace ricordare tre cose, fra le tante memorabili. Prima cosa: la
rosa ridotta a disposizione di Osvaldo Bagnoli, ridotta anche in rapporto alle
usanze dell’epoca. 12 soli giocatori (Garella, Ferroni, Bruni, Silvano
Fontolan, Tricella, Luciano Marangon, Di Gennaro, Briegel, Volpati, Fanna,
Elkjaer, Galderisi) oltre le 20 presenze in campionato (che era a 16 squadre),
più altri 5 con poche (Sacchetti, Turchetta, Donà) o pochissime (Spuri, Fabio
Marangon) presenze. Una situazione ad alto rischio, per quanto riguarda gli
infortuni, ma anche portatrice di coesione a prescindere dalle personalità dei
singoli. Seconda cosa: nessuno era arrivato in quel Verona al massimo del suo
valore di mercato, anzi si trattava in molti casi di giocatori che i grandi
club tradizionali avevano scartato o giudicato di livello medio-basso. Di
Gennaro era stato scartato dalla ‘sua’ Fiorentina, dove imperava Antognoni,
così come Bruni, Fanna e Galderisi dalla Juventus, Fontolan e Tricella
dall’Inter. Garella dalla Lazio, Marangon da Napoli e Roma (ma anche dalla Juve
dove era cresciuto), Donà era stato una meteora al Milan da cui di fatto si era
autoscartato. In pratica dei titolari soltanto i due stranieri, comunque sulla
carta non i migliori di quella fantastica serie A in cui giocavano Maradona,
Platini, Rummenigge, Zico, Falcao, eccetera, avevano un nome importante. Terza
cosa: si ripete spesso che oggi uno scudetto del Verona sarebbe impossibile,
perché il calcio di alto livello muove molti più interessi, ma la cosa è vera a
metà. Perché quella del Verona fu un’impresa anche calata nel contesto di metà
anni Ottanta: per trovare uno scudetto fuori dalle metropoli bisognava infatti
risalire al Cagliari del 1969-70 (che aveva però metà dei suoi giocatori in
Nazionale, da Riva a Domenghini) e per trovarne uno successivo l’unico esempio
che si può fare è quello della Sampdoria 1990-91 (club ricchissimo e pieno di
campioni affermati, da Vialli a Mancini passando per Pagliuca e Vierchowod). Quello del Verona, trent’anni fa, rimane l’unico scudetto dell’era
moderna a dimostrazione della magia del calcio, che di solito si manifesta
soltanto in singole partite. (Stefano Olivari )”””
Osvaldo Bagnoli effigiato con il Verona tricolore dal grande Franco Bruna |
lunedì 14 dicembre 2015
1989/90, MARADONA E NAPOLI SCUDETTO BIS
Il Milan, al primo posto della classifica sin dal 25
febbraio ’90, è agganciato dal Napoli (allenatore Alberto Bigon, presidente
Corrado Ferlaino) a tre giornate dal termine e infine sarà decisiva la sconfitta
nella penultima giornata dei rossoneri di Arrigo Sacchi e del presidente Berlusconi a
Verona per 2-1 (Napoli punti 51, Milan 49).
Il Napoli di Maradona (allenatore Ottavio Bianchi,
presidente Corrado Ferlaino) aveva vinto il primo scudetto nel campionato
1986/87, con 42 punti.
domenica 6 dicembre 2015
sabato 5 dicembre 2015
"BOBBYGOL" BETTEGA, NAZIONALE... ESPORTAZIONE
Di "Penna bianca", così detto per via della prematura canizie, Vladimiro Caminiti scrisse: "Bettega è stato un asso e un astro della Juventus, un bomber dall'inimitabile stile. Dire che è stato grande è dir poco. E' stato immenso".
Dopo la sua luminosa carriera nella Juventus e nella Nazionale, "Bobbygol" nel 1983-84 avrebbe fatto l'esperienza canadesegiocando nel Toronto Blizzard.
TUTTOSPORT, 1983 |
giovedì 26 novembre 2015
JONE SPARTANO, "TUTTOSPORT" DEL 30 DICEMBRE 1970
SINGOLARE... DOPPIO RUOLO DI SPARTANO
6 e 44. Sono due numeri. Da giocare al lotto. Sulla ruota di Napoli. Li ha dati... Jone Spartano,
allenatore del Terzigno (compagine che milita nel Girone G di Serie D) nel
momento in cui ha indossato la maglia numero 6 ed ha deciso di esordire, a 44 anni
(?!?) in Serie D.
L’ambo sembra proprio non debba sfuggire, come già non è
sfuggito al Terzigno, che con “due” gol è riuscito a ottenere il pareggio
sull’insidioso terreno di Benevento.
Un giocatore che diventi allenatore non fa notizia. Ma un
trainer che dopo 13 anni torna a calzare le scarpe bullonate -e alla
rispettabile età di nove lustri, per giunta!- non può non meritare una
colonnina di spazio.
L’occasione di lasciare la panchina per 90 minuti e di
vivere la partita come protagonista gli è stata data... dai suoi dirigenti.
Avevano dimenticato in sede i cartellini dei giocatori Romano e Minichini. E
allora? Invece di inquietarsi e “strapparsi le vesti”, il trainer Spartano che
fa? Si toglie sì gli abiti, ma con calma e compostezza, si... conta gli anni
(44! Mica tanti!) e pur non conoscendo Petrarca- esclama: “L’antico valor nel
core... Spartano non è ancor morto”. Detto, fatto, come un puledro scalpitante
si precipita in campo con la maglia numero 6. E fra tanti capelloni e giovani yè
yè, dimostra che il giovane più matusa non è lui bensì altri tra i “22”. “Verso
la fine dell’incontro -sono sue parole- c’è stato addirittura un momento in cui
ho vissuto attimi di euforia, direi di esaltazione. Mi è sembrato di poter
procurare la vittoria al Terzigno. E per me sarebbe stata una giornata
indimenticabile”.
Sulla utilizzazione di mister Spartano sono state sollevate
alcune perplessità e qualche dirigente beneventano ha fatto notare che a un
trainer abilitato non è più consentito di svolgere attività agonistiche.
Lo stesso Spartano ha prontamente fugato ogni dubbio: “Ho
sempre avuto l’abitudine -ha spiegato- di firmare anche il cartellino per la società cui dedico la mia attività di
allenatore. Tutto chiaro quindi sulla regolarità della mia posizione federale”.
Jone Spartano è stato
allenatore, in Serie A, del Napoli, della Roma e dell' Udinese; in Serie B del Brescia e del Catania. Nel 1964 sostituì, alla Guida del Savoia di Torre Annunziata, Bruno
Pesaola chiamato ad allenare il Napoli
mercoledì 25 novembre 2015
LA COPERTINA DI "CONTROCANTO", LIBRO DI VINCENZO GIORDANO
Aderii volentieri alla
richiesta di Vincenzo Giordano circa la realizzazione di una vignetta-copertina
per il suo libro “Controcanto”, raccolta di articoli pubblicati su Cronache del Mezzogiorno. Aveva chiesto
il mio numero a Tommaso D’Angelo e c’incontrammo nello studio dell’editore. Gli
articoli dell’ex sindaco di Salerno erano caustiche considerazioni sul
settimanale “pulpito” televisivo di Vincenzo De Luca.
Il libro fu presentato nell'affollato salone Bottiglieri della Provincia. C'erano, tra gli altri politici e intellettuali, l'allora primo cittadino Mario De Biase, che era subentrato a De Luca, già sindaco per due mandati ed eletto alla Camera dei Deputati.
Vincenzo Giordano mi venne incontro e nel ringraziarmi mi consegnò una copia di Controcanto con la dedica qui riprodotta, molto sentita e cordiale.
sabato 21 novembre 2015
sabato 14 novembre 2015
lunedì 26 ottobre 2015
PER IL CAVALIER GUARIGLIA IL NAPOLI BATTUTO DAI GRANATA NON ERA PER NULLA SPENTO...
domenica 27 settembre 2015
mercoledì 16 settembre 2015
martedì 15 settembre 2015
domenica 13 settembre 2015
Dopo 33 anni derby più infuocato che mai
Salernitana
e Cavese, che non si erano affrontate per ben 33 anni, militando in tornei
differenti, nel Campionato 1977/78 ritornano al derby, naturalmente infuocato. Avendo acquistato
il titolo dalla Pro Salerno la compagine di Cava assume la denominazione Pro
Cavese.
Nella vignetta, trasmessa all’epoca su Telecolor Salerno, è allegoricamente rappresentata la rivalità tra
le due tifoserie. Sono effigiati Enzo Paolillo, presidente granata, e il
giudice Lamberti, decisionista dietro le quinte della Pro Cavese.
martedì 11 agosto 2015
"NON TI PAGO" ANNI '70
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giovedì 6 agosto 2015
ANDREOTTI, POTERE MAI LOGORO
" IL POTERE LOGORA CHI NON CE L'HA "
GIULIO ANDREOTTI, sette volte Presidente del Consiglio, tra cui il governo di "solidarietà nazionale" durante il rapimento di Aldo Moro (1978-1979), con l'appoggio del Partito Comunista Italiano, e il governo della non-sfiducia (1976-1977), con la prima donna-ministro, Tina Anselmi, al dicastero del Lavoro);
otto volte ministro della Difesa;
cinque volte ministro degli Esteri;
tre volte ministro delle Partecipazioni Statali;
due volte ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell'Industria;
una volta ministro del Tesoro, ministro dell'Interno, ministro dei beni culturali (ad interim) e ministro delle Politiche Comunitarie.
È sempre stato presente all'Assemblea costituente e nel Parlamento italiano dal 1948, come deputato fino al 1991 e successivamente come senatore a vita.
A riguardo della sua lunghissima carriera, è noto per aver fatto proprio l'aforisma di Talleyrand "Il potere logora chi non ce l'ha", che da molti gli viene erroneamente attribuito.
In virtù di un impareggiabile... bagaglio d'esperienza è stato al centro della scena politica italiana per tutta la seconda metà del XX secolo.
GIULIO ANDREOTTI, sette volte Presidente del Consiglio, tra cui il governo di "solidarietà nazionale" durante il rapimento di Aldo Moro (1978-1979), con l'appoggio del Partito Comunista Italiano, e il governo della non-sfiducia (1976-1977), con la prima donna-ministro, Tina Anselmi, al dicastero del Lavoro);
otto volte ministro della Difesa;
cinque volte ministro degli Esteri;
tre volte ministro delle Partecipazioni Statali;
due volte ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell'Industria;
una volta ministro del Tesoro, ministro dell'Interno, ministro dei beni culturali (ad interim) e ministro delle Politiche Comunitarie.
È sempre stato presente all'Assemblea costituente e nel Parlamento italiano dal 1948, come deputato fino al 1991 e successivamente come senatore a vita.
A riguardo della sua lunghissima carriera, è noto per aver fatto proprio l'aforisma di Talleyrand "Il potere logora chi non ce l'ha", che da molti gli viene erroneamente attribuito.
In virtù di un impareggiabile... bagaglio d'esperienza è stato al centro della scena politica italiana per tutta la seconda metà del XX secolo.
Di
Andreotti, effigiato nella vignetta del 1979 ( Gazzetta di Salerno ) con il “bagaglio” che meglio simboleggiava il
suo pluriennale potere, hanno fatto epoca i seguenti aforismi: *La cattiveria dei buoni è pericolosissima. * L’umiltà è una
virtù stupenda, ma non quando si esercita nella
dichiarazione dei redditi.* Non basta avere ragione: bisogna avere anche
qualcuno che te la dia. *Clericalismo:
la confusione abituale di quel che è di Cesare e di quel che è di Dio. *Aveva
spiccatissimo il senso della famiglia. Era infatti bigamo e oltre. *I miei
amici che facevano sport sono morti da tempo. *Meglio tirare a campare che
tirare le cuoia.
mercoledì 5 agosto 2015
LE VIE DELL' EX SINISTRA...
La vignetta pubblicata su Inserto Satirico il 25 settembre 2009
ricorda la figura e l’opera di Enrico Berlinguer. A trent’anni dalla sua morte il “compromesso storico” sembra essersi...
evoluto nel “compromesso” del Nazareno e variazioni sul trema.
E’ comunque da ricordare che
nell’autunno del 1973, con tre articoli pubblicati dalla rivista
Rinascita, il segretario del Pci Enrico Berlinguer gettò le basi ideologiche di
quello che sarebbe passato poi alla storia come il “compromesso storico”, cioè la
strategia politica elaborata e sostenuta, tra il 1973 e il 1979, dal Partito
comunista italiano, in seguito alla riflessione compiuta dal segretario Enrico
Berlinguer sull’esperienza cilena del governo di Unidad Popular di Salvador Allende .
Tale strategia si fondava sulla necessità della collaborazione e dell’accordo
fra le forze popolari di ispirazione comunista e socialista con quelle di
ispirazione cattolico-democratica, al fine di dar vita a uno schieramento
politico capace di realizzare un programma di profondo risanamento e
rinnovamento della società e dello Stato italiani, sulla base di un consenso di
massa tanto ampio da poter resistere ai contraccolpi delle forze più
conservatrici.
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mercoledì 29 luglio 2015
LE CONVERGENZE PARALLELE DI MORO IN PRINCIPIO
(SI SAREBBERO CONGIUNTE NEL COMPROMESSO STORICO)
Vignetta pubblicata nel 1963 su IL TRAVASO DELLE IDEE
Dicembre ‘63, il socialista Pietro Nenni passa dall’opposizione alla stanza dei bottoni ed è vice premier del primo Governo Moro (coalizione DC - PSI - PSDI -PRI). Il PSDI ottiene il ministero degli Esteri per Giuseppe Saragat, il PRI vede Oronzo Reale ministro di Grazia e Giustizia
Vignetta pubblicata nel 1963 su IL TRAVASO DELLE IDEE
Dicembre ‘63, il socialista Pietro Nenni passa dall’opposizione alla stanza dei bottoni ed è vice premier del primo Governo Moro (coalizione DC - PSI - PSDI -PRI). Il PSDI ottiene il ministero degli Esteri per Giuseppe Saragat, il PRI vede Oronzo Reale ministro di Grazia e Giustizia
L’agguerrita (allora) opposizione PCI era guidata da
Togliatti, con Pajetta, Longo, Ingrao, Napolitano, Natta, gli Amendola, la
Iotti e altri intellettuali.
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martedì 21 luglio 2015
TAGLIO ALLA BEATLES
Dal 1960 i Beatles hanno segnato un'epoca nella musica e nel
costume. Dalla canzone ”She loves you yee yee yeeee” nacquero i giovani yeyè e
per emulazione si affermò la moda dei “capelloni”.
Vignetta pubblicata sul settimanale DOMENICA QUIZ, Rizzoli Editore, il 12 settembre 1965.
domenica 1 marzo 2015
LE FIGURINE DELLE “EDIZIONI SPORT” DI NAPOLI
QUANDO LE “PANINI” NON C’ERANO
Nell’attuale momento di figuriniadi, occasione per scambiare figurine con altri collezionisti, con eventi organizzati dalla Panini nelle
piazze di Palermo, Catania, Salerno, Napoli, Roma, Firenze, Genova e Torino, sa molto di archeologia ‘o
Napule ‘e ‘na vota (campionato
1956-57) delle “Edizioni Sport”, all’epoca
a Napoli in Piazza San Domenico Maggiore. Costava dieci lire ogni busta
contenente quattro figurine da incollare nell’album che annoverava le seguenti
squadre: Atalanta, Bologna, Fiorentina,
Genoa, Internazionale, Juventus, Lanerossi Vicenza, Lazio, Milan, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Sampdoria,
S.P.A.L, Torino, Triestina, Udinese.
La formazione tipo del Napoli era: Bugatti, Comaschi, Greco II; Morin, Franchini, Posio; Vitali, Beltrandi, Vinicio, Pesaola, Brugola. Allenatore: Amedeo Amadei. Rincalzi: Fontanesi, Bertoni, Ciccarelli, Del Bene, Amicarelli, Moro. (Vignetta di Paolo del Vaglio)
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lunedì 19 gennaio 2015
UN PRESIDENTE COME PERTINI TUTTI LO VOGLIONO
TUTTI LO CERCANO (MA NON LO TROVANO...)
Sandro Pertini, un unicum tra i politici. Il sito del Centro espositivo Sandro Pertini (www. Pertini.it) dà un saggio, attraverso il museo virtuale, del percorso tematico sulla vita, le opere, le idee dell’esemplare uomo e politico. Invitano alla riflessione le foto: laveur de taxi a Parigi, imbianchino a Nizza, manovale muratore, con i compagni di lavoro; inoltre suscitano emozione, tra le altre, la foto segnaletica dopo l’arresto, l’ergastolo di Santo Stefano, il carcere di Pianosa.
Per un doveroso omaggio al Presidente, grande amico di vignettisti e disegnatori satirici, pubblico la vignetta di Nico Pillinini, del 1983, che esalta il Pertini lavoratore.
lunedì 5 gennaio 2015
OMAGGIO A PINO DANIELE: "JE SO' PAZZO" IN LATINO...
Il 3 gennaio 2010 pubblicai sui miei blog Je so pazzo nella strabiliante traduzione in latino di Vito Telese, giornalista e professore di diritto in pensione con due grandi passioni, la musica e il latino. Ecco in omaggio al cantautore napoletano Je so pazzo in dialetto napoletano e in "latinam linguam"...
domenica 4 gennaio 2015
PIETRO SANTIN NATO IN ISTRIA E A CAVA DE' TIRRENI REALMENTE "PROFETA IN PATRIA"
Quando al termine del campionato di Serie C1
1980/81 la Cavese fu promossa in Serie B il trainer Pietro Santin fu definito a pieno titolo “Profeta in patria” pur essendo nato a Rovigno d’Istria (il 6 settembre 1934).
Motivo più che razionale perchè, per destino e per scelta di vita, sin da giovanissimo Santin è cittadino di Cava de’ Tirreni, dove ha sposato la gentile signora Elvira e dove sono nati i figli Giampiero e Matteo, entrambi laureati e professionisti di successo.
Nella “Piccola Svizzera” arrivò negli anni ’50, da Rovigno d’ Istria. Era il periodo della pulizia etnica del regime di Tito e da profugo aveva lasciato l’Istria con la famiglia. A Cava emerse presto la passione per il calcio giocato e nel ‘52/53 era attaccante della Cavese che, guidata da Antonio Nonis, militava nel torneo di IV Serie: tre campionati, poi in giro per l’Italia (in A, con la Spal di Paolo Mazza) e anche tre tornei con la Salernitana.
Poi da allenatore, dopo le altre panchine di C e B, il trionfo a Cava de’ Tirreni con la storica promozione in Serie B della Cavese e, nella stagione successiva, sfiorando la promozione nella massima serie, con la sorprendente vittoria 1-2 a San Siro contro il Milan di Ilario Castagner. E nell'83/84 il gran salto in "A". Nel Napoli. Chiamato da Juliano.
Più profeta in patria di così? Come puntualmente sancito nella vignetta pubblicata all'epoca sul quotidiano TUTTOSPORT...
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