Quando al termine del campionato di Serie C1
1980/81 la Cavese fu promossa in Serie B il trainer Pietro Santin fu definito a pieno titolo “Profeta in patria” pur essendo nato a Rovigno d’Istria (il 6 settembre 1934).
Motivo più che razionale perchè, per destino e per scelta di vita, sin da giovanissimo Santin è cittadino di Cava de’ Tirreni, dove ha sposato la gentile signora Elvira e dove sono nati i figli Giampiero e Matteo, entrambi laureati e professionisti di successo.
Nella “Piccola Svizzera” arrivò negli anni ’50, da Rovigno d’ Istria. Era il periodo della pulizia etnica del regime di Tito e da profugo aveva lasciato l’Istria con la famiglia. A Cava emerse presto la passione per il calcio giocato e nel ‘52/53 era attaccante della Cavese che, guidata da Antonio Nonis, militava nel torneo di IV Serie: tre campionati, poi in giro per l’Italia (in A, con la Spal di Paolo Mazza) e anche tre tornei con la Salernitana.
Poi da allenatore, dopo le altre panchine di C e B, il trionfo a Cava de’ Tirreni con la storica promozione in Serie B della Cavese e, nella stagione successiva, sfiorando la promozione nella massima serie, con la sorprendente vittoria 1-2 a San Siro contro il Milan di Ilario Castagner. E nell'83/84 il gran salto in "A". Nel Napoli. Chiamato da Juliano.
Più profeta in patria di così? Come puntualmente sancito nella vignetta pubblicata all'epoca sul quotidiano TUTTOSPORT...
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