Passato al Napoli nel 1965 Sivori (detto anche El Cabezon) avrebbe meritato a fine carriera il seguente omaggio scritto dall'inossidabile e colto giornalista Mimmo Carratelli:
""" E' stato l'ultima stella di un calcio romantico fatto di dribbling e baruffe. Concluse la sua carriera nel Napoli dopo otto fulgide stagioni juventine. Lauro convinse Agnelli a cederglielo ordinando alla Fiat due motori navali. La Juve lo aveva pagato al River Plate 150 milioni. Arrivò a Napoli in treno. Diecimila tifosi lo aspettarono alla stazione di Mergellina. Una giornata indimenticabile della storia azzurra nell'estate del 1965. Regalò al "San Paolo" le ultime scintille della sua classe purissima, il suo gioco fatto di astuzie e colpi geniali, il "tunnel" famoso facendo passare la palla tra le gambe dell'avversario. (...) Pronto alla rissa, totalizzò in Italia 33 giornate di squalifica. Un campione che non voleva mai perdere(...).Faccia da impunito, cascata di capelli neri, un viso da indio e le gambe fatte per la danza d'incantesimo del pallone. Le mostrava nude, arrotolando i calzettoni sulle caviglie. "Nascondeva" il pallone sotto il piede sinistro magico. Dribblava per il gusto infinito della beffa, Fino all'arrivo di Maradona non ce ne sarebbe stato uno come lui. Portò sempre nel cuore la Juve, da dove era stato esiliato dal paraguayano Heriberto Herrera poco incline alle delizie del "cabezon" e tutto teso al calcio di corsa, atletico e asfissiante"".
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